Sono in un momento di discreta creatività.
Ho ultimato un lunghissimo romanzo. Terminata la raccolta di una quarantina di poesie. Iniziati e conclusi tre brevi racconti per un antologia di autori vari.
In più sto buttando giù un nuovo giallo, stavolta non storico ma di stringente attualità e ho in testa un idea che considero originale per un secondo romanzo.
Come si può ben vedere, parecchia carne al fuoco.
In più vogliamo aggiungere che il distacco dalla politica è stato lento e progressivo ma costante e che quindi, fra scrivere romanzi e seguire le vicende politiche, siano esse amministrative, italiche od europee non c'è nemmeno più l'imbarazzo della scelta.
Avrei tanto gradito mi si parlasse di serate spese tra presentazioni in libreria e nei circoli di lettura. Mi si dicesse: "Hai scritto un bel racconto oppure hai scritto una cazzata che fa veramente cag***". Mi sarei accontentato.
Ma tant'è è anche colpa mia che non mi sono organizzato per una totale e definitiva rottura con quella roba oscena che ormai della politica porta solo impropriamente la definizione.
E' che alle orecchie giungono insistenti alcune voci. Sirene.
Sirene che si dicono perplesse. Gente che non capisce, non interpreta certe mie scelte, questi miei singolari orientamenti, dando forse per scontato che sia uno di quelli che si è infilato il paraocchi tempo addietro e tuttora avrebbe dovuto restarsene allineato e coperto nel nido delle sue convinzioni rifiutandosi di osservare la totalità del mondo.
Peggio ancora! Farne una questione spinosa. Di quelle che polverizzano le già scarse considerazioni che uno poteva avere sul sottoscritto, degradandolo allo stato di parìa. Uno che poteva essere bravo, buono e intelligente finché ne condivideva pensieri e parole, ma mo' gli puzzano le ascelle.
Oddio. Come se le mie scelte potessero in qualche modo interessare qualcuno.
Come se avessi mai dovuto illudermi di essere un opinion-leader o maker (o come cacchio si dice) in trentaduesimi perché il sedicesimi è troppo esagerato.
Quando ho sempre sostenuto che il mio valore e di conseguenza le mie opinioni sono equiparabili a quello del due di coppe quando la mano è a picche!
Orbene l'aere s'è riempito di punti interrogativi. Non ultimo in cerchie strette. Che poi sono le uniche che interessano.
Cos'è successo? Cos'è stato 'sto cambio di rotta? Questo macchine indietro tutta? Questa tardiva conversione sulla via di Damasco.
Anche a volerli tranquillizzare che non vi sono né conversioni in nessuna via se non che a volte ci si vuole spingere oltre gli uomini e le loro ideologie per vedere se sotto sotto c'è dell'altro succo o solamente della gran bella volontà ma pochi progetti e nessuna linea guida.
Forse che questo bel tomo, finora ritenuto a torto un brillante e intelligente essere raziocinante s'è infine mostrato nella sua vera natura? Un coglionazzo!?
Talmente scemo da riuscire a farsi considerare per tale da ciascuna delle due parti. Quella che lo ha sempre considerato e definito con quell'appellativo, e l'altra che lo stimava ed ora perplessa si domanda quale gusto si trovi a disilludere chichessia e gettare alle ortiche la propria immagine e ancora più la propria reputazione.
Il tutto nasce da una semplice osservazione fattami da persone care.
Sul genere: "Ma tu per cinque o addirittura dieci anni non sei stato contro la maggioranza? E non gliene hai dette di cotte e di crude? E non era successo addirittura che ci furono contrasti talmente aspri da sfiorare persino le vie legali? E quante gliene hai dette!!??"
Gli ho risposto che, addirittura, ho tuttora un elenco, un ricco file sul PC dove sono raccolte tutte le "cavolate" fatte e tutte le promesse non mantenute della vecchia amministrazione.
Ma ho un difetto. Un terribile difetto, grosso almeno il doppio di tutti gli altri che ho.
Sono un cartesiano convinto!!!!
Cogito ergo sum!
O almeno mi sforzo.
Può essere che mi manchi il supporto per poter ragionare, indubbiamente... ma ritengo mi debba essere riconosciuto il tentativo di farlo.
E a volte è proprio il tentativo quello che ad altri manca, per varie ragioni. A volte la negligenza nel voler elaborare un pensiero per paura che si deteriorino i neuroni e l'altra per chi è convinto di essere plenum proprietario della verità infusagli dal raggio divino.
E poi ho un altro difetto ancora.
Antepongo al rancore e al risentimento (che mi sfuggono come parole), il tentativo di raziocinio, soprattutto quando la cosa interessa non tanto il sottoscritto in prima persona ma prima di tutto la collettività.
Detto ciò penso di aver già dato una mezza risposta a chi mi chiedeva dove mi sono perduto e quali strade errate sto percorrendo.
Rispondo che può essere. E manco sarebbe la prima volta.
Sta di fatto che nell'imboccare questa perduta via perlomeno ci ho pensato.
Terribile. Dopo averci pensato... addirittura aver preso la via sbagliata??!!!!
Santiddio! Irrecuperabile.
Oh. Beninteso che se qualcuno volesse fermarsi a questo paragrafo senza voler proseguire oltre, può lasciarsi convincere dal fatto che, avendo ricevuto in commissione e avendo emesso regolare fattura per il lavoro di grafica svolto e lautamente retribuito, mi sono doverosamente sentito in dovere di allinearmi devoto e riconoscente al mecenate che mi ha pagato profumatamente. I famosi trenta denari. Ecco!
Per chi invece volesse spaziare oltre può leggere a seguire le mie amene quanto inutili considerazioni.
Per assurdo ho dato maggior credito a chi ho sempre criticato, alla loro (qualcuno sosterrà deleteria) esperienza ma soprattutto ad un progetto scritto. Progetto forse è una parola grossa ma perlomeno stava scritto. Quattro righe che parlavano, a ragione o torto, di futuro.
Due scuole di pensiero. Chi per il futuro si affida all'esperienza e chi rovescia i tavoli nella speranza, a volte avendone chissà come certezza, che sia la soluzione migliore.
Chi interpreta ciò come un salto nel buio chi come una porta che si apre a nuove frontiere.
Forse influenzati da quel celeberrimo aforisma di Ambrose Pierce: Futuro è quel periodo di tempo nel quale i nostri affari prosperano, i nostri amici sono sinceri e la nostra felicità è assicurata.
Stante per certo che ciò non poteva essere garantito da chi ha sperperato denaro pubblico, ma assolutamente certificato da chi ha messo come primo proposito quello della pura ragioneria.
Ad oggi, a meno che uno non sia dotato di una lucida sfera di cristallo o si diletti con aruspici e budella di pollo, a nessuno è dato sapere se sia meglio il vecchio oppure il nuovo.
Al vecchio si può imputare che gli si è dato credito sufficiente e di esserne rimasti delusi. Questo ci sta. Ci sta un po' meno che per sottolineare quanto danno possano aver fatto si citino anziché numeri e fatti reali (che potrebbero anche essere stati sufficienti), numeri e fatti immaginari, a volte gonfiati e sgonfiati come palloni aerostatici in nome di una competizione che, ripeto, ha abbondantemente varcato i confini dell'educazione e del buonsenso ovunque si guardasse.
Ecco. Una volta non era così. Si era antagonisti ma anche gentiluomini. Ora più si sparano cannonate più si è bravi e soprattutto credibili.
A volte mi viene da pensare che Grillo docet e parlare alla pancia delle persone sia più efficace che parlare al loro cervello.
Dicevamo che al vecchio è possibile imputare tutti i peccati del mondo.
Al nuovo bisognerà aprire una linea di credito. Fidejussione la buona volontà. Si tollereranno con una bonaria chiusura di palpebre i primi e inevitabili passi falsi che compirà chiunque non è uso alle pratiche amministrative e sta studiando il mestiere.
Il fatto è che non mi sono mai illuso di voler sentire promesse di aeroporti, industrie e quant'altro. Mi sarei accontentato di roba più modesta ma almeno di qualche sogno. Qualche modesto sogno.
Si, direte voi. Di sogni ce ne hanno propinati per due intere legislature e poi tali sono rimasti.
Perfetto. Daccordo. Ma qualche sogno più piccino ci stava. Che si chiamasse speranza.
Mi sono ritrovato in una tempesta di numeri che manco alla Banca d'Italia ne sono girati tanti. E più svariati e variopinti. E poi sono inciampato in buchi di bilancio grossi come il Grand Canyon. Incompiute che nemmeno Beethoven.
Conti da sistemare, numeri da regolare, debiti da onorare e Corti dei Conti come se piovesse.
Come di ragioneria, come travet all'ufficio delle entrate.
Che poi mi sono chiesto:"Se sono vere 'ste cose chi eredita tutto ciò ha una bella gatta da pelare, ma se questi numeri sono farlocchi, gettati giù tanto per far fumo, viene difficile in seguito giustificare la rava e la fava, quando la gente chiederà come sono stati sistemati i milioni di milioni di milioni del buco. A meno che uno a quel punto faccia vedere di essere stato bravo e di averli "ripianati" con un solo colpo di bacchetta magica.
Però per uno che si diletta a leggere i programmi per trovarci dentro una speranza... ecco! Quella mancava. Mancava una speranza, mancava un sogno.
Dall'altra, il grosso inconveniente pesante quanto una montagna. Un eredità difficile da nascondere.
Promesse non mantenute per le quali non sempre può valere la giustificazione delle colpe altrui.
Progetti lanciati a colpi di grancassa e non ancora portati a termine.
Ma! Se lì mi fossi fermato, allora la scelta sarebbe stata scontata. Invece tenterò di dare una spiegazione logica (almeno secondo la mia logica).
Quali alternative, a quel punto, se non tentarne una via di uscita, impositiva quando non più di mediazione? Quanto sarebbero potuti uscirne diversamente, da questi precedenti cul-de-sac, i nuovi, se non con gli stessi metodi che però sono differenti da quelli promessi nel corso di una campagna che dire velenosa è fargli torto?
E quando verranno a galla i veri numeri, che si sono scontrati per giorni e giorni con quelli fantasiosi tanto da non essere neppure degni di essere stampati con il titolo "Debiti del Comune di Sale".
Come se ne uscirà dal Polo Sanitario? Sarà un cambio di destinazione di uso? La rinuncia quindi non solo ad un'opera che, per quanto criticata per la sua centenaria realizzazione, nessuno ha mai voluto criticare per la sua utilità? Diremo addio ai soldi dell'ASL (dando per scontato quanto sia inutile battere cassa) e affronteremo ulteriori spese per il ripristino dei locali ad altre funzioni?
Oppure si cercherà comunque, obtorto collo, di portarla a termine rischiando di sfiorare il ridicolo dopo una campagna spesa a sostenere il contrario?
E della casa anziani che dire? Resterà che la questione era e resta di semplice soluzione per via dei lavori neppure iniziati e quindi basterà, posso immaginare da profano, che pagata una penale e chiusi i rapporti con la ditta appaltatrice grazie ai danari già versati in acconto dalla Regione, il resto è fuffa, nel senso che si è parlato di prezzi al metro quadro da Cortina d'Ampezzo (o era Cervinia?) quando in realtà non si era spesa ancora una lira e il tutto poteva tranquillamente essere sospeso senza aggravi.
Della Corte dei Conti meglio non dire. Qualcuno più in alto e responsabile del borsellino dei nostri conti comunali, potrebbe offendersi, dopo essersi speso per tenerli in ordine, a sentirsi dare dell'incapace. Però ha fatto il suo effetto!
Effetto bellico? Nah. Ancora una volta la si è voluta buttare sul tosto invece di parlare in positivo.
Si è scelta la tattica della guerriglia anziché quella propositiva, limitando quest'ultima alla sola attenzione sulla cinghia da stringere di due buchi.
Guerre di posizione. Con ogni arma, lecita o meno. Ci sta. Quello che ci sta un po' meno è tirare i sassi e poi cercare di nascondere la mano.
Chi avrebbe voluto utilizzare ogni espediente per orientare il voto. Ecco perchè inizialmente la decisione era stata di mostrarsi neutrale e spegnere il blog. Una dimostrazione di terzietà. Che, ahimé, altri non hanno seguito. Si sono mosse divisioni. Panzer e obici semoventi in direzione del nuovo. E ci sta tutto. Tranne forse il negarlo.
Far finta che siano le solite manovre quelle che portavano a certi risultati dando per scontato che in altri lidi manovre non se ne facessero contando solamente sul buon senso dell'elettore.
Anime candide non mi sembra di averne viste. Da nessuna parte.
Chi pensa questo è fuori dal mondo oppure in malafede. Oppure non ha avuto modo di percepire lo stato dell'arte. Sarebbe bastato guardare i numeri.
Di tutto ciò resta nel bagaglio qualcosa di penoso e triste che mi porterò dietro.
E qualcos'altro di buono. Di quello che fa aprire gli occhi ai sognatori di professione come il sottoscritto che sognano mondi di zucchero filato e danno peso ai rapporti interpersonali prima ancora che a quelli di convenienza.
Quello che dietro gli interrogativi e alle personali scelte s'è rivelato un mondo vero dietro sipari di ipocrisie.
Si volge ad attendere il futuro solo chi non sa vivere il presente. (Lucio Anneo Seneca)
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