giovedì 6 ottobre 2016

le tante ragioni del NO



Che poi uno avrebbe anche voglia di parlar d'altro o magari di non parlare affatto. Non parlare di nulla. Che c'ha la supernausea fino dentro i bulbi piliferi, sansepolcro!!!
L'è che qualche dritta bisogna pur darla. Un parere. Chiamiamolo parere.
Che a me personalmente quello che non mi garba è quest'idea che il Referendum del 4 dicembre lo si voglia buttare in vacca semplicemente facendone una questione pro o contro Renzi.
Macché! Si sa. I Renzi vanno e vengono (anche se a parer mio sarebbe meglio se ne andassero al più presto per non tornare mai più), ma... dicevo... questo non è un Referendum su quanto ci può stare sulle scatole il fiorentino oppure meno, (che a mio personale avviso di toscano ha la favella sciolta che gli allunga un pochettino il naso alla Collodi, se visto di profilo, con le capacità che restano quelle del boyscout  -e della cosa ho percezione che se ne siano accorti da tempo anche a Bruxelles-).
La cosa è ben più seria amici miei.
Qui finisce che ci dimentichiamo di ragionare su quella che viene spacciata per una riforma col nobile scopo di dare stabilità, mentre in realtà, a parer mio, finirà per essere la fabbrica dei ducetti (dei quali mi auguro ben pochi sentano nostalgia).
Finirà con l'essere l'orinatoio di quegli equilibri che sinora, piaccia o meno, hanno tenuto insieme la baracca democratica e domani, sorpassati quelli grazie alla vittoria dei SI, finirebbe con l'asso pigliatutto che fa il bello e cattivo tempo dall'alto del numero di parlamentari buoni a tener su governi con basi elettorali da 20 % scarsi.
Per non parlare poi dell'elezione del capo dello stato. Da brividi. Da brividi quell'idea che ad eleggerlo saranno bastevoli e bastanti il manipolo di presenti in aula (foss'anche una quindicina di volenterosi stakanovisti).
Poi. Vogliamo dircela proprio tutta ma veramente tutta?
Quella sul risparmio dei conti sul Senato. Ma si. La riduzione dei senatori.
Fatta salva la convinzione che preferisco il doppio di senatori eletti da quegli asini del popolino (tra i quali mi ci metto capofila) piuttosto che una pletora di nominati riciclati in quel di Roma dagli scranni regionali... (che sia poi materia per cacciarli sotto l'ombrello dell'immunità parlamentare sarà altro tema su cui discutere).
Le ragioni del NO che io sosterrò fino al sacrificio estremo, proprio perché del SI temo la forma fallica con sabbiatura in cima, bell'e che pronta per una dichiarazione definitiva sull'inutilità di votanti, minoranze e altre amenità risibili.
Detto ciò, basterebbe ragionare su come si è arrivati a tale consultazione per farsi due risate (non fosse che, passasse sta riforma, tempo per piangere ne avremmo a non finire)...
Dicevo. Beh. Intanto una volta devono avermi raccontato una fola. Una fiaba per allocchi.
Pensate che mi era stato detto che le riforme costituzionali sono roba da studiare collegialmente. Una roba da condividere, da scrivere assieme... Poi finisce che abbiamo dato il tutto in mano al disegno di legge Boschi... e scusate se è poco.
Ma come se non bastasse... come se non bastasse (sottolineo) i proponenti non sembra siano proprio del tutto legittimati a proporre. Intendo dire. Qualcuno pare sostenga che questo Referendum (inteso come le modifiche alla Costituzione) provenga da un parlamento eletto con una legge elettorale (il Porcellum) dichiarata incostituzionale.
Non bastasse ancora. La riforma è stata redatta in bella copia sotto dettatura del governo.<br>
Vogliamo metterci il carico da dodici sul numero delle firme necessarie per la presentazione di disegni di legge su iniziativa popolare? (da 50.000 a 150.000 le firme per i disegni di legge di iniziativa popolare)
Beh. Direte. Dalla parte del Si mi ci metto se valuto la semplificazione...
OK. Andate a vedere ad esempio l'articolo 70, passato da 9 parole a 439 (la facezia di 430 parole in più che istigano al sospetto che che quella roba di forma fallica con sabbiatura in cima t'arrivi nel profondo prima ancora che tu abbia letto e neppure tanto ben inteso l'ultimo paragrafo).<br>
Per ultimo tengo la balla più colossale. Quella che non starebbe in piedi manco con armature di calcestruzzo.
Il superamento del bicameralismo!
Fatta salva la tiritera che siamo l'unico paese al mondo che ha due camere eccetera eccetera, (quando basterebbe un piccolo sforzo per vedere che anche i cugini d'oltralpe c'hanno la stessa cosa e quell'altra nazioncella presa ad esempio come una grande democrazia con un solo organo legislativo in realtà ne ha due Senato e Camera dei Rappresentanti).
C'intortano dicendo che serve ad approvare più velocemente leggi senza gli ostacoli di un farraginoso andirivieni tra due organi decisionali identici (che poi è tutto da discutere quanto le leggi approvate di corsa siano per definizione buone leggi)... e poi è vero si e no che il Senato si occuperà d'altro senza intefrerire??? Non può emendare?... bisognerà che vi informiate meglio, magari non dando retta a quelli col naso troppo lungo...
Comunque. Per farla breve anzi brevissima.
Ci fosse mai UNA e UNA SOLA ragione per votare NO. Un NO secco e indiscutibile, mo' ve la do:
Quì bella fresca: Bisogna votare NO semplicemente perché questo Referendum è la tomba della SOVRANITA' POPOLARE, poiché il tutto viene consegnato a minoranze parlamentari che grazie a premi di maggioranza si impossessano di ampi (direi tutti) poteri.
Poi, per carità. Se a voi garba che anche gli organi di garanzia quali la Presidenza della Repubblica e la Corte Costituzionale finiscano nelle mani della falsa maggioranza prodotta dal premio, liberi di votare SI.
Salvo poi starsene zitti per i prossimi 20 anni almeno sotto il tacco.
Io mi limito a sostenere che meglio di una pessima riforma della Costituzione è "assai più meglio" nessuna riforma. Alla faccia di quelli che sostengono che sia meglio cambiare a prescindere.








martedì 26 luglio 2016

È giunta l'ora di spezzare un'arancia.

Non si tratta di fare i polemici (bei tempi andati che non torneranno, ahimè).
Nè di essere ironici quando non se ne è capaci (questa sì che è ironia!).
Ecco che l'idea affiorata è quella di riesumare questo vetusto blog come un abito estivo da tirar fuori dall'armadio finita la cattiva stagione, dargli una spolverata, e via che si parte.
E di che avresti da parlare, dato che per due ere geologiche taquesti???? (la coniugazione dei verbi falla, falla assai, comunque il verbo in questione è tacere.)
Risposta: Perchè giunse alfin il momento di spezzare sta famosa arancia. Punto.
Dunque. Stavolta parliamo di questi poveri cristi di amministratori.
Uff. Che due balle!
Sempre lì, dipinti come dei predestinati sotto la spada di... di chi cacchio era sta spada? Damocle! Essì. Damocle.
Dicevo.
Sono sotto la spada di sto tizio, oppure sotto i riflettori. Costantemente.
Non, come vorrebbe qualcuno, sotto le luci della ribalta vestiti di pailettes (le signorine) e in tait e scarpe di vernice (gli ometti).
Che questa è gente che si fa un c*** a capanna che uno nemmeno se lo immagina, buondio!
Ti sembra, se misuri le cose con il metro distorto del tifoso del Milan, che sia tutto un giro di piume di struzzo e di pavone.
No.
Che poi. bontà nostra! Proprio contenti e felici decidiamo di non esserlo mai.
Se fanno, perché fanno. Se non fanno... è perchè non fanno nulla, lazzaroni!
E quando fanno. Porcapaletta... Sbagliano! Mai che ne imbrocchino una che è una. Mai!
Che quando rattoppano le strade, perdinci... oh cazzo: "Hanno messo due toppe" ma si sa che... Xe pèso el tacòn del buso!
Che quando ti fanno il taglio del nastro e majorettes è una cosa che in tempi di vacche magre (santiddio ma devono pur mangiare anche le majorettes e i tamburini!!!).
Che quando ti sparano i fuochi pirotecnici, sempre lì come degli avvoltoi a fargli i conti in tasca... e quanto hai speso e quanto non hai speso... che sono soldi pubblici e sono soldi di tasca mia e... forse sarebbe meglio impiegarli per servizi sociali invece che spararli in fumo e botti che poi i cani gli viene l'infarto (ah ma quello -l'infarto- ai cani gli viene solo per i botti dei privati a capodanno).
Che manco l'orchestra di liscio/tango/quadriglia che canta Vamos alla Plaja non garba e non piace.
E basta! Perdinci! e ridico. E basta!
Diceva bene ai tempi la bella e cinica Maria Antonietta d'Asburgo Lorena: "S'ils n'ont plus de pain, qu'ils mangent de la brioche" che poi tradotto per noi villani suonerebbe come un:"Se non hanno più pane, che mangino brioche".
Questo per dire che, in fondo in fondo... cari denigratori maldicenti e bastian contrari... al popolino (mi ci metto dentro pure io), al popolino talvolta bue (con tutto rispetto ai portatori di corna) dicevo... gliene frega una FAVA.
Dando ragione così alla cicisbea nobile Maria nonchè Antonietta. Punto.
Quindi, amici miei amministratori immaginari (parafrasando Vittoria Ronchey nel fu allora 1975) Laissez faire, laissez passè.
A bientot. Mes amis.

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