venerdì 19 aprile 2019

Aspettando la Pasqua... o Godot.

Si tratterebbe ormai di accanimento terapeutico.
Cercare di rianimare un moribondo la cui aura spirituale già cammina nella luce.
Perché insistere? Bisognerebbe essere quel tantino realisti e un po' croupier: «Rien ne va plus les jeux sont faits.» Chiudere la valvola dell'ossigeno e che non se ne parli più. Una prece.
Accontentiamoci della Festa dell'Agricoltura e teniamocela stretta ringraziando sentitamente i suoi organizzatori che nel 2019, -anno domini in cui la fibra ottica è stata cablata pure a Roccacannuccia e nell'entroterra campidano-, ci fanno riassaporare l'odore di gasolio di vecchi Landini testa calda beandoci del tempo andato e della trebbiatura.
Altri paeselli hanno operato scelte diverse, magari forti di amministrazioni più lungimiranti, più accorte. Magari solo per una botta di culo, ma poco ci credo. Poco importa.
Bisognerebbe rimanere allo stato dell'arte. Quello attuale. E quello attuale dice che questo: l'insigne borgo Sala Roderadi, in realtà, da qualche tempo non è altro che un paese dormitorio con prospettive di rinascita pari a zero.
Talmente malmesso che pare ci si faccia cruccio pure di volerlo amministrare, e solo a cadenza quinquennale gli prende il guizzo, coincidente con la riverniciatura delle strisce pedonali, di riaversi per un istante, far finta di esistere, di prendere la rincorsa fingendo di non vedere che gli altri comuni ci hanno dato perlomeno tre giri di pista, e noi lì col fiato corto ad esaltarci per il cambio delle lampadine a led ai lampioni.
Manca la visione. No. Non quella del supereroe Marvel, spiritosi!
Mi chiederete a quale mi riferisco, allora? Rispondo. Per quel poco che ne so io...
La definizione di visione l'avevo letta su Wikipedia un paio di amministrative or sono, quando strane e irripetibili congiunzioni astrali ci avevano convinti ad organizzare una lista, poi clamorosamente trombata in favore della lungimirante rielezione del creatore del Polo Sanitario, del condominio per anziani e del trafficatissimo eliporto innanzi al camposanto. Sia lode e grazia a lui! Amen.
Visione. Recitava Wiki: termine utilizzato per indicare, nella gestione strategica, la proiezione di uno scenario futuro che rispecchia gli ideali, i valori e le aspirazioni.
Insomma quella roba lì. Quella roba che ti fa guardare avanti, più in là. Che travalica l'ordinaria amministrazione per mirare lontano. E sbattersi. Yes! Avete capito bene! Sbattersi. Cercare opportunità, cogliere occasioni e finanziamenti.
Perché dietro quelli e solo grazie a quelli un paese cresce, una comunità prospera e fioriscono attività e riaprono negozi e... non chiudono le banche (lanciando il chiaro messaggio che su questo paese non c'è più nulla su cui scommettere).
Nel caso occorre ricordarlo ai distratti. Sono chiuse due banche su tre. Direte voi: «Eggià! Ora tutto si fa online!» Vero! Chi di noi non ha un'anziana mamma o una nonna che recita l'Iban a memoria e digita le password sullo smartphone!
«È il futuro baby!» Vero anche questo! Peccato che di questo futuro non abbiamo percezione e a costo di ripetermi, manco Telecom si degna di fornircelo, questo futuro, camuffato da fibra ottica, probabilmente avendoci cancellato anche da Googlemap.
Tim. Tim.Tim. Sembra di sentirla cantare, Mina, tra i campi di granturco e ''ravon'', augurandoci tempi trasmissione e ricezione dati almeno degni del Burundi, noi che guardiamo avanti, alle nuove tecnologie con l'occhio attento di Barney Flintstones.
Noi, simpatici abitanti il borgo insigne! Noi lì a guardarci l'ombelico. Chiederci se a Sant'Anna rifaranno 'sti benedetti fuochi pirotecnici e poi a settembre tutti in piazza e per le vie, e così a carnevale.
Oh! Per carità! Non voglio sentirvi! Tromboni sfiatati in sdegno perenne.
Non voglio nemmeno sentirvi iniziare la lagnosa menata del tipo: «Ma se parli male del tuo paese è perché non lo ami!»
Ribalto! Sarà mica perché amandolo un pochetto, altrettanto mi spiace vederlo languire come l'ultimo dei villaggi sull'Altopiano della Sila?
Nemmeno sentirvi ripetere: «Ma tu che tanto parli... per questo paese cos'hai fatto?!»
Quel poco che le mie ridotte capacità mi hanno permesso! Ho fatto. Quel poco, molto poco, ma ho fatto. Non abbastanza, ma ho fatto. Quindi non menate il torrone.
Che anche questa critica, per brutale e cruda che sia, va proprio dritta filata in quella direzione.
Dare la sveglia. Ripeto. Per quel poco che mi compete e per l'altrettanto poco che questa mia influenza da criceto più che da opinion leader dei miei stivali riesce a fornire alla pubblica considerazione.
E... Ma si!
Buona Pasqua. E quando aprite l'uovo... accontentatevi della sorpresa.

lunedì 5 novembre 2018

Tirar di somme...

Citando il maestrone (Francesco Guccini) verrebbe da cantare: "Un altro amministratore è andato, la sua musica è finita... quanto tempo è ormai passato e passeràààà...
Quando quattro anni or sono espressi le mie perplessità, (credo legittime in qualità di parere personale) riguardo quest'amministrazione, disegnando una vignetta, che ora profuma di premonizione, con una vettura pilotata dalla lista vincente che sbandava in curva perdendo le ruote e sballonzolando i passeggeri, venni immediatamente additato come il solito disfattista quando non peggio peggio al soldo del 'nemico'.
Spiace riproporsi con la figura di chi aveva ragione, perché si passa in un amen per spocchiosi, ma... avevo ragione.
Lento e metodico al pari di uno stillicidio, varcati gli ultimi tornanti del ciclo amministrativo e all'alba del prossimo, eccoci a tirare le somme. Somme che un po' suggerirebbero di mandare a spigolare (rapulà) quanti hanno (o avevano) creduto in quella prodigiosa lista improntata sul cambiamento (Sale Cambia). Ma seppur con tardivo piacere bisogna dar loro ragione in qualche modo. Sale è cambiata. In peggio o meglio decidete voi, ma se non terrete conto di circonvallazione esterna e deposito rifiuti la cosa viene meglio.
Non posseggo, né ho mai posseduto sfere di cristallo, né praticato arti divinatorie, perché bastava solo un briciolo di accortezza per valutare quanto fosse raffazzonata (segnalo che il termine non è di per sé utilizzato in senso negativo né vuole essere sinonimo di incapacità tout-court).
Raffazzonata... diciamo: variegata, va bene? Imberbe, nel senso di inesperta ci stava pure. Che fosse col fiato corto, lasciandone per strada una moria, invece no!
Nel corso del lustro (badate che non si parla di eoni) ho finito col perdere il conto delle defezioni, vuoi per improvvisi e improcrastinabili impegni personali, vuoi per altre ragioni di cui non è dato sapere (tanto da augurarsi che i prossimi capilista pretendano dai propri candidati il certificato di sana e robusta costituzione).
Resta -se la cosa ha una sua peculiarità da incasellare alla voce 'Notizie curiose'- che ciò che avanza dell'Armata (Monicelli docet) non è come si potrebbe credere, lo zoccolo duro che ha assemblato tale lista, quanto piuttosto gli ultimi arrivati. Tenaci, cocciuti e caparbi, oserei dire indeformabili nel perseverare la loro funzione pubblica... almeno quando quegli altri al primo colpo di tosse o giramento di zebedei ci ha lasciati (chi di voi non ha avuto un amico che se ne andava a casa dall'oratorio facendo l'offeso e portandosi via il pallone, non sa di cosa parlo).
Verrebbe da dire: «Onore dunque agli stoici e irriducibili volenterosi»? Che non si può nemmeno citarli come i notori quattro gatti perché son rimasti in tre!
Tre che pur con qualche macroscopico errore, grossolane disattenzioni e l'imputazione di cesarismo pendente sulla testa del capofila, niente più e niente meno, hanno portato a casa la pagnotta, facendo della mediocrità virtù.
Piuttosto quegli altri. Quelli dell'armiamoci e partite. Quelli che a metà percorso gli si è sgonfiata la ruota della bicicletta. Come la mettiamo?
Li rivedremo un bel dì (l'anno che viene) riproporsi per un eterno e rinnovato cambiamento? E se poi a metà mandato mi si ammalano nuovamente?
In ultimo a quanti in loro hanno creduto (in loro inteso come i desaparecidos)... a loro una carezza consolatoria e la raccomandazione di non farsi sempre prendere dalla fregola del 'cambiamento', che di per sé è un'affascinante parola, ma che non vale un cazzo se usata solo come un grimaldello.

mercoledì 30 maggio 2018

AAA Cercasi politici veri.

Dice bene il Salese qualsiasi.
Il Salese qualsiasi che rimembra a noi tempi lontani in cui ci si arrovellava a scoprire chi mai fosse l'anonimo di questo blog.
(quand'era sotto gli occhi di tutti la sua proprietà intellettuale a non essere monocoli)
Ecco. Tanto per chiarire!
Che in momenti sciagurati come questi, nei quali 60 milioni di commissari tecnici si sono riciclati in altrettanti dotti costituzionalisti, (chi proMattarella, chi della curva sud (Di Maio) o della nord (Salvini).
Dicevamo che qui, dal nostro piccolo punto d'osservazione, il cui orizzonte preferiremmo tenerlo circoscritto all'orticello del "piccolo borgo insigne".
Ergo plaudere all'esternazione del suddetto Salese qualsiasi (palesati alfine tanto da poterti consegnare medaglia al valore!) Dicevansi.
Che dal suo profilo Facebook (si dice così vero?) lancia strali infuocati con giusta ragione, dicendo:
"A Sale mancano POLITICI veri. Manca visione d'insieme e strategia. Manca un peso politico tale da "contare qualcosa".

Perdinci! Epocale! Da sottoscrivere sedutastante per lapalissiano che sia quanto la scoperta dell'acqua calda.
Urge una considerazione.
Dice bene il temerario anonimo Salese qualsiasi.
Ossia che Sale pare non esprimere dai tempi dei visigoti un'amministrazione con le palle cubiche, insomma gente che "conta qualcosa", che di blablabla ne ha avuti parecchi (di quelli per cui il pirogassificatore c'avrebbe regalato fragoline di primizia e caldo tropicale gratis in ogni casa e due volte Natale e festa tutto l'anno).
Mi sa che questo articolo sarà confuso assai data la mole di concetti che vanno espressi.
Con ordine.
Egregio Il Salese qualsiasi.
Così sembra andare il mondo e con esso la democrazia che vede noi popolo votante alle urne amministrative ogni lustro recarci in quel delle scuole comunali "Riccardo Sineo" ad esprimere le nostre preferenze per chi le spara più colossali e non viceversa come lei si auspica per averle più colossali.
Sicchè venne il tempo dei poli assistenziali oltre che delle piste d'atterraggio per elisoccorsi e come dicevansi fragoline fuori stagione e clima caraibico garantito.
Poi vennero altri che volevano portarci all'Expo milanese (la cosa ahimé non s'è potuta compiere per via che la strada di circonvallazione esterna alias camperella s'è disintegrata impedendoci la partenza verso i bastioni meneghini).
Ma è che per quanto di minimo sindacale essi avevano promesso pare che perlomeno due strade siano state asfaltate e luci a led illuminano la notte salese come e meglio di un plenilunio.
Ma, per dar per l'ennesima volta ragione all'anonimo... siamo d'accordo.
Sembra che la prerogativa delle amministrazioni sia quella di alternanza tra le "minchiate" inutili e dispendiose e il dolce far niente. Tanto meno sorvegliare.
Cosa?
Il territorio di competenza casomai interrassero rumenta (come sostiene il nostro) oppure quando non interrata vieppiù stipata dentro capannoni all'uopo affittati.
Non so se ricordate ma ci fu un tempo in cui comparvero anche due o tre tigri - non è uno scioglilingua- dalle parti d'un cascinotto sulla strada per Tortona senza che la vecchia giunta Barco facesse manco un plissè!)
Dal che ne esce che tra rifiuti pericolosi e non, incendiari e non, cancherosi e non, pare che a nessuno dei nostri gli cambi la vita, vuoi perché distratto o altro.
Due appunti finali che non vorrei finissero nel polemico.
Dunque... caro il salese qualsiasi (e per estensione ai salesi tutti qualsiasi)...
È pur capitato che l'occasione per un individuo dalle generose palle cubiche al cromo molibdeno si fosse presentato alla guida del paese. Più d'una volta.
E pare che, vuoi un po' certa casta politica vuoi l'indifferenza d'altri non l'abbia votato perché "foresto" -forestiero (per obliare poi, qualche anno dopo, questa magagna quando il candidato scese dai colli tortonesi con l'imprimatur d'una certa sinistra salese e poi venne il tempo dei grossi investimenti quali il polo assistenziale la residenza per gli anziani e tutto il carico da dodici di mutui che ancora devasta le finanze pubbliche locali.
Quando accadde che a capo di primo cittadino si manifestò l'opportunità di gente coi controcoglioni (pur se femmine) vinse la solita e usuale prassi. Prometti l'impossibile e sbertuccia l'avversario che calza ai piedi le Hogan e gira col Mercedes - peccato mortale!)
La cosa più raccapricciante che posso dirle, egregio Salese qualsiasi è però un'altra.
Ben più trista e penosa assai.
Il futuro non riserverà di meglio. Spiacente!
L'anno venturo, caro mio, sarà come sempre l'ennesimo rutilante e fantasmagorico "farò questo e quest'altro".
Per poi finire a fare la beata nanna quando di notte dubbi figuri soffocano di rifiuti interi magazzini e capannoni.
Poi, tagliando nastri, naso all'insù a rimirare i fuochi artificiali e la loro prosopopea diranno: "È colpa di quell'altro. Io non c'entro!"
Augurandole di non vedere più tigri nei cascinotti ma piuttosto fragoline e papaya nelle serre, le auguro ogni bene.
E si manifesti infine. Perché pretendere che ci governi uno con le palle non può esser chiesto da chi si mantiene anonimo.
Mostri le sue.

venerdì 11 maggio 2018

Sassolini nelle scarpe

Dunque sembra non siano stati come scherzosamente dicevamo nel precedente post: problemi personali o la salute cagionevole.
O perlomeno... se di problemi personali si tratta, parrebbe si riferiscano a dissapori. Ruggini... Insomma roba da duello rusticano.
Ordunque il nostro, dopo essersi speso in ringraziamenti, com'è doveroso fare (non si sa mai il futuro cosa riserva), si toglie infine il famoso "sassolino dalla scarpa" a leggere l'articolo online, nel quale, al termine dell'infinito elenco di persone che per lui e con lui si sono prodigate, non tira certo indietro mano e sasso (quello tolto dalla scarpa) quand'è il momento di indicare chi invece gli ha remato contro.
Cito dall'articolo:
...Ringrazio chi ha creduto in me ed ha lavorato al mio fianco incoraggiandomi e sostenendomi, ma voglio anche ringraziare chi, in svariati modi, ha cercato di ostacolare il mio operato, motivandomi così a proseguire con orgoglio, costanza e tenacia...
Ebbene... direte voi...
Chi cacchio sarà mai il Carneade ad aver ostacolato il suo operato? Ahi vile che ostacoli! Marrano che contrasti!
Curiosi?
Beh. Mettetevi comodi.
Il misterioso "remator contrario", colui che mette i bastoni tra le ruote verrà rivelato alla prossima puntata.
Per adesso accontentiamoci della tenacia, della costanza e dell'orgoglio.